Qualità del lavoro nelle nostre scuole

rif3 2015 logoNella sua tradizionale riflessione, l'ispettore Dante Peduzzi presenta il processo di valutazione e promozione delle scuole volto a garantire la qualità dell'insegnamento nel cantone dei Grigioni. Ricorda inoltre che oltre a trasmettere del sapere, all'insegnante viene chiesto di proporre agli allievi delle strategie con cui applicare le conoscenze nella vita quotidiana: sono le cosiddette competenze. L'ispettore scolastico del Grigioni italiano conclude la sua riflessione con una considerazione: la scuola è lo specchio di ciò che avviene nella nostra società; situazione che ha obbligato l'insegnante a diventare uno specialista nel lavoro con i giovani che crescono. Un compito impegnativo e complesso che va sostenuto da tutti: dalla famiglia, dalla scuola e dalle autorità.

Secondo la Legge scolastica cantonale (Art. 91) l'ispettorato scolastico è responsabile per la vigilanza, il controllo e la garanzia della qualità nell'insegnamento. La relativa ordinanza di applicazione precisa che le scuole popolari devono essere valutate periodicamente. Nei Grigioni, uno dei primi in Svizzera a introdurre questa pratica, si verifica la qualità del lavoro nelle singole sedi per il tramite della cosiddetta valutazione esterna. Le persone coinvolte conoscono questo sistema di monitoraggio con il termine Valutazione e Promozione delle Scuole (VPS). Dal 2004 l'ispettorato scolastico ha valutato per ben tre volte, ogni tre anni circa, tutte le scuole dei Grigioni. Nel terzo ciclo appena concluso (2011-2014) sono stati presentati 150 rapporti di valutazione che sono stati approfonditi con i responsabili delle singole istituzioni. Forse non tutti sanno che l'ingente mole di dati raccolti durante le visite nelle classi è stata consegnata alle sedi, così che ogni scuola possa prendere atto dei suoi punti forti, sia nell'insegnamento, sia nell'organizzazione e trarne le debite conseguenze. Affinché il lavoro abbia delle ricadute sulla qualità a medio-lungo termine, ogni sede, dopo una riflessione interna con l'autorità scolastica, è obbligata a formulare almeno due misure di miglioramento della qualità scolastica, progetti che devono essere realizzati entro due anni. Scaduto questo termine, l'ispettorato procede ad una verifica di quanto fatto e, se il lavoro non corrispondesse alle aspettative di qualità concordate, la sede è obbligata a rivedere e ripresentare il tutto entro un tempo preciso.

Quali sono i criteri per definire la qualità scolastica?

I princìpi sui quali si fondano le valutazioni sono riconducibili a una serie di criteri di qualità individuati dalla ricerca in campo pedagogico (l'ispettorato collabora regolarmente con specialisti delle università, svizzere ed estere). Le informazioni sul lavoro nelle scuole si raccolgono facendo riferimento a 6 criteri di qualità (cultura della scuola, clima durante le lezioni, conduzione sede, ecc.) che, a loro volta, sono suddivisi in 50 caratteristiche di qualità (conduzione della classe, motivazione, attivazione cognitiva, aggiornamento, ecc.). Durante più giorni un gruppo di ispettori valuta le lezioni interrogando diverse persone: allievi, insegnanti, direzioni, autorità scolastiche, genitori e, in certe occasioni, anche il personale non docente attivo all'interno delle sedi. Molte informazioni raccolte (si pongono per esempio le stesse domande a diversi attori!) sono confrontate e incrociate fra di loro, sono analizzate e poi salvate in una banca dati che permette di ottenere un profilo di qualità della scuola. I dati, in forma generalizzata, sono poi presentati alla direzione, agli insegnanti e alle autorità locali. Serviranno per un'analisi della qualità e per la pianificazione del lavoro e della qualità negli anni a seguire.

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Alcuni risultati delle valutazioni

Per rendere l'idea della complessità, ma anche dell'importanza di questo lavoro, presento alcuni dati emersi nell'ultimo turno di valutazione 2011-2014: allievi interpellati 22'741; insegnanti visitati 2'034; oltre 500 membri dell'autorità scolastica locale; 8'834 genitori che hanno risposto al sondaggio online, pari al 51% dei genitori con figli in età della scuola dell'obbligo; 253 misure inoltrate per il miglioramento della qualità scolastica, così valutate: (27% ottime, 48% buone; 22% discrete; 3% insufficienti). In generale gli insegnanti grigioni hanno ottenuto dei giudizi positivi sul loro lavoro. Tuttavia, nei confronti di 41 insegnanti inadempienti o con gravi mancanze professionali, l'ispettorato scolastico ha promosso delle procedure. In questi casi la prassi coinvolge la persona direttamente interessata ma anche il datore di lavoro. Nelle circostanze gravi si è arrivati alla rottura del contratto di impego. I risultati complessivi delle valutazioni, a livello cantonale o regionale, permettono inoltre di individuare quei settori o quegli argomenti nei quali bisogna organizzare degli aggiornamenti professionali per gli insegnanti. Ulteriori informazioni sono ottenibili consultando il sito www.avs.gr.ch > Servizi > Ispettorato scolastico

Nuovo turno di visite nelle scuole

Con l'inizio del prossimo anno scolastico prenderà avvio il quarto turno di valutazione (2015-2019). Ci si concentrerà in modo particolare sugli aspetti tecnici legati all'insegnamento. Il processo di osservazione e di valutazione avviene sempre con delle visite in classe, dei colloqui con insegnanti e allievi, direzioni, genitori e porterà alla creazione di un profilo specifico riguardante la qualità dell'insegnamento nella sede valutata. Grazie a questa prospettiva esterna la scuola potrà pianificare uno sviluppo permanente della sua qualità. Parallelamente l'ispettorato scolastico dovrà verificare se i servizi finanziati dal Cantone rispecchiano i requisiti richiesti per essere ulteriormente sostenuti (direzioni scolastiche, strutture diurne, ecc.).

Prospettive di sviluppo

Nei media, all'interno delle istituzioni che formano gli insegnanti, ma anche in alcune nelle famiglie si discute sempre più di "insegnamento per competenze". Che cosa significa realmente questa espressione? Ecco la versione dell'OECD e di PISA: sono quelle "capacità e abilità cognitive (apprese o innate), realizzate grazie all'attitudine e alla volontà di volerle applicare con successo e responsabilità per risolvere problemi in situazioni diverse". Questa la versione tecnica. Concretamente, all'insegnante non basterà più trasferire agli allievi le sue conoscenze specifiche, ma dovrà trasmetterle in modo che l'allievo sia capace di applicarle alla realtà della vita. Gli ultimi sviluppi in campo scolastico (LP 21, ecc.) partono sempre da questa constatazione provocando delle ricadute considerevoli sull'insegnamento. Sempre più si chiede all'insegnante di continuare a trasmettere delle informazioni fondamentali per la formazione dei giovani, ma accompagnate da strategie per concretizzarle nella pratica quotidiana. All'insegnante è richiesto di impegnarsi oltre una determinata materia di insegnamento creando iniziative e progetti trasversali alle materie tali da trasmettere agli allievi delle esperienze concrete, dei vissuti nuovi, capaci di consolidare le sue esperienze per affrontare con coraggio esperienze che la vita, inevitabilmente, gli presenterà.

Grande importanza assume quindi l'aggiornamento degli insegnanti, e non solo e necessariamente un perfezionamento specifico legato a qualche materia (questo in fondo è compito del singolo), ma un aggiornamento che sappia approfondire e maturare questi nuovi concetti. Ci vorrà ancora del tempo, ma credo che la nostra scuola sia sulla strada giusta (formazione, aggiornamento, mezzi didattici, ecc.). Anche le strutture scolastiche sono cambiate. Oggi non è quasi più possibile gestire delle sedi senza una direzione che assuma la funzione di coordinamento pedagogico interno, in stretta relazione con l'ispettorato, e che gestisca lo sviluppo della qualità scolastica con cognizione di causa.

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Fiduciosi verso il nuovo anno scolastico

L'anno scorso, nel tradizionale articolo per l'inizio del nuovo anno scolastico, avevo presentato in grandi linee lo studio di John Hattie al quale tutti fanno riferimento quando si parla di scuola. Nella sua ricerca il prof. Hattie ha interrogato migliaia di persone all'interno della scuola ed ha estrapolato oltre un centinaio di fattori che permettono di osservare concretamente e di valutare la loro efficacia per l'apprendimento degli allievi. Lo studio ha confermato che si ottengono buoni risultati, per esempio, se il rapporto insegnante-allievo è positivo (è una conferma di quanto già si sapeva!), oppure se si insegna dando grande importanza a riscontri sulle consegne (questo è un dato nuovo!), mentre (contrariamente a quanto si pensa) è risultato che il consumo attento di televisione può influire positivamente sull'apprendimento se sfruttato con attenzione (la televisione non va demonizzata a tutti i costi!). Questi pochi dati dimostrano come la scuola stia diventando sempre più complessa e articolata, fedele specchio di ciò che avviene nella nostra società. Per questo, come in molti settori della società, è richiesta una specializzazione tecnica e una preparazione personale impensabili fino a pochi anni fa. L'insegnante è diventato uno specialista nel settore del lavoro con giovani che crescono. Occorre prenderne atto a tutti i livelli di responsabilità; dalla famiglia, alla scuola, alle autorità. Consolidare la qualità della formazione dei nostri giovani è un compito bellissimo, quanto impegnativo anche a livello finanziario. Ma ne vale certamente la pena, perché la scuola è un nostro patrimonio prezioso, un investimento per la qualità di vita del domani.

Credo che il nuovo anno scolastico possa partire con una buona dose di positività: i dati delle ultime valutazioni dimostrano che nelle nostre scuole si sta facendo un buon lavoro. Sappiamo quali sono i nostri punti deboli e li affronteremo, sappiamo quali sono i punti forti e li consolideremo assieme.

Ringrazio le autorità locali, le direzioni e gli insegnanti per l'impegno nei confronti delle nuove generazioni. Auguro di cuore a tutti un buon inizio di anno scolastico.