Insegnanti sull'orlo del burnout

burnout270Depressione, stress, sovraccarico: uno studio del fondo nazionale di ricerca ha indagato il carico di lavoro degli insegnanti in Svizzera. Un docente su cinque è «sempre sottopressione» e uno su tre soffre di disturbi depressivi ed è a rischio burnout.

Una situazione che non sorprende il presidente dell'associazione mantello degli insegnanti (LCH) Beat W. Zemp. Infatti, uno studio svolto nella città di Zurigo era giunto a risultati analoghi. «Lo stress sul posto di lavoro è aumentato ovunque e in maniera considerevole negli ultimi anni», spiega Zemp alla Neue Zürcher Zeitung. «Il mestiere dell'insegnante è confrontato però con alcuni fattori specifici, che fanno crescere ulteriormente il sovraccarico».

Gli insegnanti, continua Zemp, sono sempre in prima linea, non hanno la possibilità di ritagliarsi uno spazio loro: la ricreazione non è più una pausa, ma serve per preparare il materiale per le lezioni successive o per parlare con scolari o colleghi. Inoltre, la scuola si deve assumere sempre nuove competenze di tipo educativo, ricorda il presidente di LCH.

Lo studio giunge alle stesse conclusioni. Il sovraccarico è causato dall'aumento della mole di lavoro, dai conflitti con i genitori, da scolari difficili e dal quasi obbligo di entrare in aula anche se ammalati.

Non tutti i docenti sono toccati dal fenomeno, evidenzia lo studio del fondo nazionale per la ricerca. Le donne sono più a rischio burnout rispetto agli uomini. Un altro gruppo a rischio sono gli insegnanti che hanno un monte ore tra le 21 alle 25 lezioni. Stando allo studio, questi ultimi sarebbero spesso sottoposti a un carico di lavoro eccessivo e soffrirebbero di disturbi depressivi.

Secondo l'indagine, svolta su un campione di 600 docenti dalla 5a alla 9a classe, non ci sono differenze tra le regioni linguistiche e il tipo di scuola, né l'esperienza è un antidoto contro il burnout. Tutti, anche gli insegnanti di navigata esperienza possono soccombere emotivamente e fisicamente sotto il sovraccarico di lavoro, terminano i ricercatori.

(Fonti: Agenzia telegrafica svizzera e NZZ)