Sarà questa l'aula del futuro?

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tablet277Gli allievi di quattro scuole della città di Zurigo imparano con l'aiuto di un iPad. Anche nel canton Soletta è in corso un progetto analogo, che, a sua volta, potrebbe fare scuola. Per ora, i tablet in aula fanno felici insegnanti e scolari.

Il progetto «Digitaler Rucksack» (zaino digitale) è iniziato nel novembre 2012 in due classi di prima e due di quarta elementare della città sulla Limmat. Ad alcuni mesi di distanza, in classe l'entusiasmo per questa novità non è ancora scemato.

È una lavagnetta, nera anche lei quando è spenta, ma certo molto più sofisticata di quella che gli avi utilizzano il secolo scorso. È un tablet, capace di mille cose. Ma quali applicazioni sono utili per la scuola? Come intergrare i tablet nell'apprendimento tradizionale? A questi interrogativi, e a innumerevoli altri, dovrà rispondere nei prossimi tre anni il progetto «zaino digitale».

Per il momento, l'iniziativa sembra piacere agli allievi. Charlotta – per esempio – è felice di essere nella classe iPad. Frequenta la quarta elementare. Anche l'insegnante è felice di questa novità. «I miei allievi lavorano molto volentieri con l'iPad. All'inizio erano molto agitati, con il tempo l'euforia si è placata un po'», racconta Marianne Cornu. La docente spiega che dapprincipio utilizzava il tablet soprattutto nelle lezioni di matematica e tedesco.

In seguito, le attività sono diventate più impegnative, come la registrazione audio di una poesia, dopo aver ascoltato l'interpretazione dell'autore. In media, utilizza la tavola intelligente dal 5 al 10 per cento del totale delle ore di insegnamento. Per la docente, questo strumento non significa certo minor impegno per la preparazione delle lezioni. «Devo individuare le attività sensate da svolgere con l'iPad», illustra la Cornu, sottolinenando che i vantaggi, per ora, superano gli svantaggi.

«È ancora troppo presto per fare un bilancio intermedio del progetto. Tuttavia, i primi quattro mesi sono stati molto promettenti. Valutiamo costantemente le esperienze con gli insegnanti», precisa Georges Behna, uno dei responsabili dell'iniziativa.
(fonte: Tages Anzeiger, 19 marzo 2013)


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